giovane meridionale seduto alla scrivania intento a lavorare

I meridionali sono tutti nullafacenti?

Si sa, uno dei motivi principali che spinge noi giovani meridionali a lasciare le nostre terre è il sogno di poter trovare un lavoro che ci valorizzi davvero; anche se non siamo “figli di…“.

Da quando vivo a Milano ne ho visti di giovani provenienti da ogni angolo del sud arrivare in città allo sbando, senza neanche una dimora, ma con una bella offerta di lavoro in tasca. C’è perfino chi è arrivato a dirmi che è più facile trovare un lavoro a Milano che una stanza!
Insomma, il lavoro al nord sembra esserci e i meridionali ci si stanno inserendo molto bene. Tuttavia c’è ancora chi crede che i “terroni” siano un pericolo per le aziende del nord.

Proprio in questi giorni mi è capitato di leggere questo post su LinkedIn

A quanto pare per alcuni siamo “tutti nullafacenti”.
Fortunatamente sono rimasti davvero in pochi a pensarla ancora così e la maggior parte delle persone del nord che ho conosciuto mi ha accolto sempre molto bene e con grande rispetto.
Ciò non toglie che, probabilmente, alcuni di noi saranno davvero dei nullafacenti, così come lo saranno alcuni ragazzi del nord.
Però alcuni di noi sono davvero geniali, brillanti, con tanta voglia di spaccare il mondo…ed è proprio di loro che vi voglio parlare in questo articolo.

I meridionali hanno una marcia in più?

Non è proprio così, o meglio non è ciò che voglio dire con questo articolo. Sono convinto che i giovani del sud siano tanto capaci quanto i giovani del nord. Tuttavia, credo che il fatto stesso di aver trovato il coraggio di abbandonare il porto sicuro per provare a realizzare i propri sogni ci abbia permesso di sviluppare alcune “soft skill” molto ricercate all’interno del mondo del lavoro.

Tante aziende del nord, a mio parere, questa cosa l’hanno capita bene e, infatti, hanno iniziato a investire molto sui giovani meridionali.

Ma quali sono queste soft skill che caratterizzano i meridionali fuori sede? Io, in base alla mia esperienza, ne ho individuate 3.

Le 3 “C” dei meridionali fuori sede

1. Coraggiosi

L’uomo coraggioso non è colui che non prova paura, ma colui che riesce a superarla.

Nelson Mandela
ragazzo in costume che si tuffa da un'altura in un lago.

La prima skill che ho notato in tantissimi meridionali fuori sede è il grande coraggio. In effetti ci vogliono le cosiddette “palle” per uscire dalla propria confort zone, abbandonare le proprie sicurezze per tuffarsi in una realtà nuova, rischiosa e così lontana da casa.
Senza nulla togliere ai meridionali che decidono di restare nelle proprie terre (anzi, tanto di cappello), quelli che però decidono di partire dimostrano di avere coraggio, proattività e tanta voglia di fare; tutte soft skill molto richieste all’interno del mondo del lavoro e che sicuramente possono tornare utili.

2. Curiosi

In milioni hanno visto la mela cadere, ma Newton è stato quello che si è chiesto perché.

Bernard Baruch
Bambino che osserva il mappamondo e indica uno dei posti in cui vorrebbe viaggiare.

Ciò che spinge i meridionali a trasferirsi al nord, molto spesso, è la curiosità di vedere oltre i propri occhi cosa c’è. La capacità di non fermarsi a ciò che la vita ti offre e di guardare “oltre la siepe” è sicuramente una skill che all’interno del mondo del lavoro può dare una marcia in più.

3. Cazzimmosi

Lo sai cos’è la cazzimma? Nun t’o bboglio ricere, chest’è ‘a cazzimma!

Alessandro Siani
Ragazzo meridionale guarda fuori dal finestrino del treno e con la mano saluta qualcuno.

No, non è una parolaccia! La cazzimma è un termine napoletano che, anche se in alcuni casi può avere valenza negativa, in questo caso vuole indicare quella grinta pazzesca che spinge le persone a portare a termine, a tutti i costi, i propri obiettivi. Non importa quanti ostacoli si troveranno per la strada, i meridionali hanno fatto davvero tanto per arrivare a fare quel lavoro: hanno studiato, risparmiato, salutato, pianto, preso treni, riempito e svuotato valige, lottato per inserirsi in un contesto nuovo.
Se questi ragazzi hanno fatto tutto ciò per arrivare in quell’ufficio significa che non si fermeranno ai primi piccoli problemi e sapranno trovare sempre il modo di portare a termine il loro lavoro.

Non male come soft skill vero? Io una persona così sarei ben felice di assumerla!

E tu cosa ne pensi?

Io mi sono trasferito a Milano convinto che il mio essere meridionale potesse essere un valore aggiunto e, finora, mi sento di confermare questa visione. Tu, invece, cosa ne pensi?
Sarebbe molto interessate raccogliere anche l’opinione di qualcuno di voi o di qualche dirigente che ha avuto alcune esperienze con meridionali fuori sede.

Lasciatemi feedback e, se questo articolo vi è piaciuto, condividetelo con la vostra rete e ricordate di seguire la mia pagina instagram @unterroneamilano .

Stefano

8 Comments

  1. andrea Reply

    scusami ma nn sono tanto d’accordo con quello che scrivi. Siamo tutti Italiani e basta con questo Nord e Sud e soprattutto basta con questo
    vittimismo per piacere
    Siamo nel 2019!

    1. unterroneamilano Post author Reply

      Ciao Andrea, forse non hai notato che nell’articolo ho chiaramente specificato che la quasi totalità delle persone al nord non fa questo tipo di distinzione. Ho anche specificato che le persone del sud e le persone del nord sono uguali. Il mio articolo vuole solo sottolineare come la voglia di rivalsa e di uscire da un sud che, vuoi o non vuoi ammetterlo, non è sviluppato quanto il nord possano essere un fattore positivo per sviluppare delle capacità utili per l’ambiente di lavoro.
      Mi dispiace tu abbia scritto queste parole dato che l’obiettivo del mio blog è proprio il contrario.

    2. Io Reply

      Purtroppo invece c’è ancora gente che ha certi pregiudizi…io sono terrona e sono fiera di essere figlia di un emigrato al nord Europa che da zero ; senza aiuti; senza conoscenze varie Senza famiglia e raccomandazioni varie ha creato un impero dal nulla …solo con la forza delle sue braccia…Ebbene si orgoglio di essere abruzzese !

      1. Floreani Lucia Reply

        Buon giorno,

        conosco gente del Sud che lavora, eccome! Tuo padre è uno su tanti meridionali che ha fatto grandi cose e quelli che restano al Sud sono bravi allo stesso modo. A noi (non solo a me) manca l’arte dell’arrangiarsi. Un tempo la gente osava fare il “salto nel buio”, (con la speranza di una vita migliore) ma bisogna anche avere la fortuna di essere nel “posto giusto al momento giusto”, avere grande perspicacia e voglia di fare.

  2. Andrea Reply

    figurati forse ci siamo
    capiti male, comunque davvero siamo tutti italiani e dobbiamo essere uniti per essere forti. Scrivi delle belle cose e ti seguo sempre con piacere!

  3. Ida Reply

    Ci sono tanti ragazzi in gamba che dal sud vivono e lavorano a Milano. Ne conosco tanti, compreso mio figlio. Sono orgogliosa di voi che date lustro ai vostri natali. Siete ragazzi eccellenti che sanno mettersi in gioco. Complimenti

  4. Roberta Denti Reply

    Io credo che sia sbagliatissimo dire che i meridionali siano scansafatiche, però penso pure che ci siano differenti modi di concepire il lavoro: ho notato che quelli del Sud lo vedono come un disagio da attraversare per forza e di cui sbarazzarsi i prima possibile. Al mattino non fanno nulla senza aver prima preso il caffè con il connetto. A fine turno sono i primi ad andarsene e non sopportano minimamente di essere intrattenuti un secondo oltre.
    Forse la storia potrebbe aver influito molto: il Nord Italia per secoli ha fatto parte del Sacro Romano Impero, quindi sono il controllo tedesco, mentre a Sud eravate sotto dominio spagnolo. Evidentemente ciascuno ha assimilato la mentalità del dominatore, con i risultati che si vedono tutt’oggi.
    Preciso ovviamente che io amo il Sud e mi sento a casa in ogni angolo del nostro Paese.

  5. Floreani Lucia Reply

    Buon giorno,

    mi presento: Lucia del FVG. Non tutta la gente del nord è laboriosa. Non tutti sono abili. Molti del nord amano essere disabili e/o percepire il reddito di cittadinanza ma non lo ammetterebbero nemmeno sotto tortura. Inoltre, molte persone del nord chiedono al disabile vero come è riuscito a ridursi in quello stato (qualcuno con sorrisetto esclama “bello, eh. e quanto si prende al mese ?”). Conosco, fior fiore di famiglie che al lavoro fanno vedere quello che non sono. Lavoratori instancabili (quando vengono visti dai capi), sembra che se non ci sono loro, cada l’azienda a pezzi. Il resto del tempo, a maledire il lavoro che fanno, al bar, a nascondersi nelle stanze per far vedere che sono occupati. Qualcuno, si chiederà se ho bevuto e rispondo che non posso nè bere, nè fumare, nè fare uso di droghe perchè sono disabile veramente e da molti (troppi anni). Informo però che ciò avviene al nord come al sud (nè più nè meno). Nel Sud Italia, ho visto troppa ospitalità, troppi inchini, (ancora non capisco il motivo), troppo cibo (sono magra ma non come sembra). Il bello e il brutto c’è dappertutto (disse anni fa una signora di Palermo alla mia famiglia) e ha ragione assai.
    Un saluto a Voi tutti. Mandi.

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